01 Scena prima
Giannetta e Coro Bel conforto al mietitore, quando il sol più ferve e bolle, sotto un faggio, appiè di un colle riposarsi e respirar! Del meriggio il vivo ardore Tempran l'ombre e il rio corrente; ma d'amor la vampa ardente ombra o rio non può temprar. Fortunato il mietitore che da lui si può guardar!
Nemorino Quanto è bella, quanto è cara! (osservando Adina, che legge) Più la vedo, e più mi piace... ma in quel cor non son capace lieve affetto ad inspirar. Essa legge, studia, impara... non vi ha cosa ad essa ignota... Io son sempre un idiota, io non so che sospirar. Chi la mente mi rischiara? Chi m'insegna a farmi amar?
Adina (ridendo) Benedette queste carte! È bizzarra l'avventura.
Giannetta Di che ridi? Fanne a parte di tua lepida lettura.
Adina È la storia di Tristano, è una cronaca d'amor.
Coro Leggi, leggi.
Nemorino (A lei pian piano vo' accostarmi, entrar fra lor.)
Adina (legge) «Della crudele Isotta il bel Tristano ardea, né fil di speme avea di possederla un dì. Quando si trasse al piede di saggio incantatore, che in un vasel gli diede certo elisir d'amore, per cui la bella Isotta da lui più non fuggì.»
Tutti Elisir di sì perfetta, di sì rara qualità, ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa!
Adina «Appena ei bebbe un sorso del magico vasello che tosto il cor rubello d'Isotta intenerì. Cambiata in un istante, quella beltà crudele fu di Tristano amante, visse a Tristan fedele; e quel primiero sorso per sempre ei benedì.»
Tutti Elisir di sì perfetta, di sì rara qualità, ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa!
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01 Scena SECONDA
[…]
Giannetta e Coro (Sì davvero.)
Nemorino (Oh! mio dispetto!)
Belcore Veggo chiaro in quel visino ch'io fo breccia nel tuo petto. Non è cosa sorprendente; son galante, son sergente; non v'ha bella che resista alla vista d'un cimiero; cede a Marte iddio guerriero, fin la madre dell'amor.
Adina (È modesto!)
Giannetta e Coro (Sì, davvero!)
Nemorino (Essa ride... Oh, mio dolor!)
Belcore Or se m'ami, com'io t'amo, che più tardi a render l'armi? Idol mio, capitoliamo: in qual dì vuoi tu sposarmi?
Adina Signorino, io non ho fretta: un tantin pensar ci vo'.
Nemorino (Me infelice, s'ella accetta! Disperato io morirò.)
Belcore Più tempo invan non perdere: volano i giorni e l'ore: in guerra ed in amore è fallo l'indugiar. Al vincitore arrenditi; da me non puoi scappar.
Adina Vedete di quest'uomini, vedete un po' la boria! Già cantano vittoria innanzi di pugnar. Non è, non è sì facile Adina a conquistar.
Nemorino (Un po' del suo coraggio amor mi desse almeno! Direi siccome io peno, pietà potrei trovar. Ma sono troppo timido, ma non poss'io parlar.)
Giannetta e Coro (Davver saria da ridere se Adina ci cascasse, se tutti vendicasse codesto militar! Sì sì; ma è volpe vecchia, e a lei non si può far.)
Belcore Intanto, o mia ragazza, occuperò la piazza. Alcuni istanti concedi a' miei guerrieri al coperto posar.
Adina Ben volentieri. Mi chiamo fortunata di potervi offerir una bottiglia.
Belcore Obbligato. (Io son già della famiglia.)
Adina Voi ripigliar potete gl'interrotti lavori. Il sol declina.
Tutti Andiam, andiamo.
Partono Belcore, Giannetta e il coro.
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03 Scena DECIMA
Giannetta Signor sergente, signor sergente, di voi richiede la vostra gente.
Belcore Son qua! Che è stato? Perché tal fretta?
Soldato Son due minuti che una staffetta non so qual ordine per voi recò.
Belcore (leggendo) Il capitano... Ah! Ah! va bene. Su, camerati: partir conviene.
Cori Partire!.. E quando?
Belcore Doman mattina.
Cori O ciel, sì presto!
Nemorino (Afflitta è Adina.)
Belcore Espresso è l'ordine, che dir non so.
Cori Maledettissima combinazione! Cambiar sì spesso di guarnigione! Dover le/gli amanti abbandonar!
Belcore Espresso è l'ordine, non so che far. (ad Adina) Carina, udisti? Domani addio! Almen ricordati dell'amor mio.
Nemorino (Si sì, domani ne udrai la nova.)
Adina Di mia costanza ti darò prova: la mia promessa rammenterò.
Nemorino (Si sì, domani te lo dirò.)
Belcore Se a mantenerla tu sei disposta, ché non anticipi? Che mai ti costa? Fin da quest'oggi non puoi sposarmi?
Nemorino (Fin da quest'oggi!)
Adina (osservando Nemorino) (Si turba, parmi.) Ebben; quest'oggi...
Nemorino Quest'oggi! di', Adina! Quest'oggi, dici?...
Adina E perché no?...
Nemorino Aspetta almeno fin domattina.
Belcore E tu che c'entri? Vediamo un po'.
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Nemorino Adina, credimi, te ne scongiuro... Non puoi sposarlo... te ne assicuro... Aspetta ancora... un giorno appena... un breve giorno... io so perché. Domani, o cara, ne avresti pena; te ne dorresti al par di me.
Belcore Il ciel ringrazia, o babbuino, ché matto, o preso tu sei dal vino. Ti avrei strozzato, ridotto in brani se in questo istante tu fossi in te. In fin ch'io tengo a fren le mani, va via, buffone, ti ascondi a me.
Adina Lo compatite, egli è un ragazzo: un malaccorto, un mezzo pazzo: si è fitto in capo ch'io debba amarlo, perch'ei delira d'amor per me. (Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo, vo' che pentito mi cada al piè.)
Giannetta Vedete un poco quel semplicione!
Cori Ha pur la strana presunzione: ei pensa farla ad un sergente, a un uom di mondo, cui par non è. Oh! sì, per Bacco, è veramente la bella Adina boccon per te!
Adina (con risoluzione) Andiamo, Belcore, si avverta il notaro.
Nemorino (smanioso) Dottore! Dottore... Soccorso! riparo!
Giannetta e Cori È matto davvero. (Me l'hai da pagar.) A lieto convito, amici, v'invito.
Belcore Giannetta, ragazze, vi aspetto a ballar.
Giannetta e Cori Un ballo! Un banchetto! Chi può ricusar?
Adina, Belcore, Giannetta e Cori Fra lieti concenti gioconda brigata, vogliamo contenti passar la giornata: presente alla festa amore verrà. (Ei perde la testa: da rider mi fa.)
Nemorino Mi sprezza il sergente, mi burla l'ingrata, zimbello alla gente mi fa la spietata. L'oppresso mio core più speme non ha. Dottore! Dottore! Soccorso! Pietà.
Adina dà la mano a Belcore e si avvia con esso. Raddoppiano le smanie di Nemorino; gli astanti lo dileggiano. |